mercoledì 25 febbraio 2015

L’impresa di “One World” nel 2006

Categoria: grandi imprese


Il 12 giugno 2006, da Yokohama, l’italiano Alessandro Di Benedetto parte per la traversata transpacifica settentrionale in solitario, senza scalo e senza assistenza, facendo rotta per San Francisco su One World, un minicatamarano sportivo a vela non abitabile appartenente alla categoria "catamarani inferiori ai 20 piedi", lungo 5,67 m del peso di 760 kg. a pieno carico.
A bordo sono stati imbarcati 80 litri di acqua, due dissalatori che funzionano grazie ai pannelli fotovoltaici e uno a mano. Inoltre è stato fatto un abbondante stivaggio di limoni, gallette, miele, cioccolato, latte, integratori energetici e vitaminici.
All'interno dei due scafi sono stati sistemati: un ricevitore INMARSAT che trasmette a un computer analisi meteo, 4 GPS, carte nautiche, un binocolo, un sestante, due bussole, un EPIRB, medicinali, mute stagne e bombolette di camping-gaz.


Al traguardo intermedio delle 1.000 miglia, l’imbarcazione si dimostra affidabile, nonostante le difficili condizioni del mare; i problemi sono piccole e medie avarie: una randa che ha richiesto qualche cucitura, l’ancora galleggiante "scoppiata", problemi al secondo autopilota (che poi si romperà definitivamente) e all'antenna satellitare dell'apparato IRIDIUM (un sistema di telefonia satellitare).
Il cattivo tempo, con nebbia e pioggia frequente, ha sovente impedito ai pannelli solari di produrre energia e ricaricare le batterie.
Di Benedetto, nonostante tutto, riesce anche a dormire, a tratti, sommando i quali si arriva alle sei ore al giorno. Durante il percorso ha dovuto assumere antibiotici per curare una patologia di carattere respiratorio. Il mare comunque regala forti sensazioni che ripagano il navigatore di tenti sacrifici. Durante una comunicazione via IRIDIUM: "Ora navigo su bolle luminose. Sto attraversando sacche con grande concentrazione di plancton e il passaggio degli scafi di One World smuovendo l'acqua genera esplosioni di luce, di ghirlande luminose, di scintille stellate che si disperdono sulla superficie dell'Oceano e si rilanciano in volo confondendosi prima di svanire con gli astri del firmamento. Uno spettacolo che mi conforta, mi ripaga degli sforzi, del freddo, della impossibilità di riposare. Alla via così, la strada è ancora lunga e le miglia da percorrere ancora tante".

Il 5 luglio si taglia il 180° meridiano: è la linea del salto di data.
I problemi continuano: Il navigatore è costretto a cambiare la muta stagna per un inconveniente agli alluci, per essere stati troppo a lungo costretti negli stivali di neoprene.
L’alternanza di sole, nebbia, pioggia crea condizioni molto pesanti per chi non dispone di un sia pur precario riparo.
Durante la giornata Di Benedetto passa il tempo pescando alla traina, riparando le vele e sartiame, danneggiate durante le burrasche succedutesi nel tempo.
Le vele sono ancora efficienti e non deformate malgrado la navigazione dura. Così l'attrezzatura in tessile e le dormienti.
Quando si avvicina alla meta un forte vento laterale e pericolosi frangenti, con onde spesso che superano i 5 metri di altezza, fanno rischiare il rovesciamento.
Alla fine la piccola imbarcazione passa sotto i rossi piloni del Golden Gate.


Il rappresentante del WSSRC certificherà l’arrivo di One World a San Francisco, l'11 agosto 2006 alle 20 GMT, dopo 62 giorni e 17 ore 51 minuti 55 secondi di navigazione.

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