giovedì 11 dicembre 2014

Fumo di sigaretta, tossicologia e terapia di disassuefazione

Abitudine al fumo

Con la combustione del tabacco si liberano oltre 4.000 sostanze, molte delle quali tossiche e cancerogene.
I gas e le particelle più piccole arrivano facilmente in fondo ai polmoni. Tra i gas, una discreta quantità è costituita da ossido di carbonio (dal 2 al 6%) che ha molta affinità per l'emoglobina, la proteina presente nei globuli rossi che serve al trasporto dell'ossigeno, impedendo che essa possa legare l'ossigeno.
Molte sostanze liberate dal fumo riducono le difese immunitarie e i sistemi di pulizia dell'apparato respiratorio. Per esempio, il meccanismo affidato al muco e al movimento delle microscopiche ciglia presenti sulle pareti dei bronchi è quasi paralizzato, provocando così un ristagno di secrezioni, terreno di coltura per batteri.
La sostanza ritenuta più pericolosa del fumo di sigaretta è la nicotina, presente in quantità variabili da 0,5 a 2 milligrammi.
La nicotina produce numerosi effetti indesiderati tra i quali l'aumento del battito cardiaco e alterazioni della pressione arteriosa.
Chi fuma ha un maggiore rischio di ammalarsi, rispetto ai non fumatori, in particolare si ha un aumento di infarto cardiaco e di tumore.
La nicotina contenuta nel fumo di sigaretta attraversa i polmoni con la velocità di un'iniezione endovenosa e raggiunge velocemente il cervello (circa 8 secondi dopo la prima inalazione). Assai più lento è l'assorbimento della nicotina fumando il sigaro e la pipa: in questo caso vi è soprattutto un contatto con la mucosa della bocca e la nicotina è soprattutto ingerita più che inalata.

Farmacologia e tossicologia del tabacco
Effetti ricercati:
  • a piccole dosi dà attenuazione dell’ansia, specie nello stress;
  •   innalza il tono dell’umore;
  • aumenta l’attività psicomotoria e sembra elevare l’attenzione e i processi cognitivi.


Meccanismi d’azione: la nicotina si lega a particolari recettori per l’acetilcolina, per questo detti nicotinici, stimolando così la trasmissione colinergica. Aumenta anche il rilascio di noradrenalina e di dopamina, potenziando l’attività nervosa mediata da questi neurotrasmettitori.
L’aumento dell’attività dopaminergica nel nucleus accumbens (un centro del sistema limbico) determina nel soggetto fumatore gratificazione alla base della dipendenza dalla nicotina.

I farmaci per smettere di fumare

Smettere di fumare non è facile e il fumatore può essere aiutato in molti modi, anche con farmaci. I farmaci da banco per smettere di fumare sono tutti a base di nicotina, che va a sostituire quella assunta con le sigarette. Si tratta di una cura di disassuefazione, per cui bisogna seguire attentamente le istruzioni e iniziare con una dose proporzionale alla gravita della dipendenza dalle sigarette, per poi ridurla gradualmente.
I prodotti per la disassuefazione, se presi in quantità superiori al necessario, possono dare numerosi effetti indesiderati, simili a quelli che si manifestano quando si fuma, ad esempio, mal di testa, tosse, irritazione della bocca e della gola, ansia, depressione, vomito, bocca secca, bruciori di stomaco, diarrea. Alcuni sintomi (vertigini, mal di testa, insonnia) potrebbero essere dovuti, al contrario, a un uso insufficiente ed essere correlati, in questo caso, all'astinenza da nicotina.

Corollario alla terapia farmacologica per smettere di fumare

Stabilire una data precisa in cui rinunciare alle sigarette e comunicarla ad amici, parenti e colleghi, per avere sostegno e incoraggiamento.
Può essere di aiuto, per iniziare a ridurre il numero di sigarette, fumare non quando si ha voglia ma solo a orari precisi. Se per caso (o per fortuna) si salta l'ora prefissata aspettare fino al prossimo appuntamento.
Stabilire anche un "premio" da regalarsi dopo aver smesso di fumare dopo un certo periodo di tempo, magari di valore corrispondente al risparmio dei pacchetti di sigarette non acquistati.
Eliminare tutte le tracce di sigarette dal proprio ambiente (pacchetti di sigarette, posacenere, accendini), pulendo a fondo tutta la casa per eliminare anche l'odore del fumo.
Non frequentare se possibili luoghi dove si fuma e cambiare alcune abitudini/orari (pausa “fumo” dopo pranzo sulla poltrona, sostituita con un’altra cosa gratificante).
Fare un'attività fisica per rilassarsi e non aumentare di peso (è spesso un effetto collaterale della sospensione del fumo).

Quando il desiderio si fa impellente bere liquidi, a piccoli sorsi, mangiare cibi leggeri (una mela, una carota), masticare gomme senza zucchero (aprire un pacchetto di gomme può anche aiutare a mimare la gestualità dello scartare un pacchetto di sigarette). Fare respirazioni profonde.

Memorizzare la seguente scaletta:

VENTI MINUTI DOPO AVER SMESSO – Il battito cardiaco e la pressione sanguigna, dopo 20 minuti dall’ultima volta che si è spenta una sigaretta tornano ai livelli normali.

7 – 12 ORE DOPO AVER SMESSO – Il monossido di carbonio nel sangue torna ai livelli normali.

6 – 2 SETTIMANE DOPO AVER SMESSO – La circolazione sanguigna, la pressione del sangue e le funzioni polmonari migliorano.

5 – 9 SETTIMANE DOPO AVER SMESSO – Iniziano a non vedersi più i tratti del fumatore, le ciglia polmonari riprendono a funzionare normalmente e di conseguenza a pulire le vie respiratorie e i polmoni evitando il rischio di infezioni.

4 – 1 ANNO DOPO AVER SMESSO DI FUMARE – Il rischio di contrarre una malattia alle coronarie (coronaropatia) si dimezza rispetto a quella di un normale fumatore.

3 – 5 ANNI DOPO AVER SMESSO – Il rischio di cancro alla bocca, gola e esofago si dimezza rispetto a quello dei fumatori.

2 – 10 ANNI DOPO AVER SMESSO – Si dimezza il rischio di morire di cancro ai polmoni. Diminuisce anche il rischio di cancro al pancreas e alla laringe.

1 – 15 ANNI DOPO AVER SMESSO – Il rischio di contrarre malattie cardiache torna ad essere equivalente a quello di un non fumatore.

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