lunedì 12 gennaio 2015

coronarie a rischio. Nuova terapia, ma elogio alla vecchia aspirina.

categoria: medicina, pronto soccorso
In Italia l'infarto colpisce ogni anno circa 135 mila persone, 60 mila delle quali sono poi sottoposte all'intervento di riapertura dell'arteria coronaria occlusa con l'inserimento di uno stent.
Uno studio di fase II su pazienti con infarto in corso o ad altissimo rischio, si è ottenuta una migliore riduzione dall'attività delle piastrine, gli elementi del sangue determinanti per la formazione del coagulo all'interno delle coronarie, in seguito al passaggio da clopidogrel, una volta al giorno più aspirina, a prasugrel, una volta al giorno sempre più aspirina. Lo studio quindi fa prevedere trattamenti più efficaci contro l'infarto e per la prevenzione delle sue recidive, grazie ad una maggiore inibizione piastrinica.

Merita di essere sottolineata l'importanza dell'aspirina, che infatti era associata ad entrambi i farmaci messi a confronto. La sua azione antiaggregante è notevole e già da sola riduce in modo significativo il rischio d'infarto. Negli Stati Uniti i soggetti ad alto rischio hanno sempre con se due aspirine da prendere appena si avvertono i primi dolori cardiaci.

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