giovedì 15 gennaio 2015

il "naso chiuso"

categoria: medicina, pronto soccorso

Il naso è la porta d'ingresso delle vie respiratorie. Le narici sono provviste di peli che servono a trattenere i corpi estranei di una certa dimensione presenti nell'aria. Le pareti interne del naso sono umide, ricche di vasi sanguigni e rivestite da cellule che producono muco, provviste di ciglia vibratili in grado di muoversi.
Polvere, particelle minute e microrganismi patogeni (virus e batteri) presenti nell'aria sono intrappolati dal muco, mentre le ciglia vibratili, con il loro movimento, svolgono una vera e propria azione di pulizia, indirizzando le particelle intrappolate verso la faringe, dove sono eliminate con la deglutizione.
Dopo il passaggio attraverso le vie nasali, l’aria è filtrata, riscaldata e umidificata.
L'inquinamento, il fumo, le infezioni virali e batteriche possono modificare il normale funzionamento del naso provocando un aumento della secrezione di muco e della consistenza. Il contatto con virus e batteri può provocare processi infettivi acuti e cronici delle prime vie aeree.

“Naso chiuso”
Raffreddore, sinusite e allergia portano all’accumulo di muco nelle narici e/o a rigonfiamento (edema) delle mucose nasali, queste sono alcune delle possibili cause del “naso chiuso”, l’ostruzione delle vie nasali che rende difficile la respirazione.
Neonati e bambini piccoli sono particolarmente indifesi nei confronti di questo disturbo per lo scarso calibro delle cavità nasali e la difficoltà  di liberarle per l’incapacità di soffiarsi bene il naso. Inoltre i bambini piccoli non hanno un sistema di difesa ancora ben sviluppato e sono più esposti alle infezioni che il naso chiuso può favorire, soprattutto a carico dei canali uditivi e respiratori.

Se la causa è il raffreddore
Il raffreddore è una infezione virale il cui contagio avviene attraverso le goccioline emesse con starnuti e colpi di tosse dalle persone ammalate, oppure per contatto diretto con una persona raffreddata o  oggetti contaminati: i virus possono sopravvivere su questi per oltre tre ore e, attraverso le mani, arrivare al naso e gli occhi, per poi diffondere a gola e trachea. Dopo 1-3 giorni d’incubazione, compare malessere generale, mal di gola, tosse, raucedine, occhi rossi, starnuti, eccessiva secrezione dalla mucosa nasale, ostruzione delle vie nasali, incapacità di percepire gii odori. Nei bambini il raffreddore si presenta con più disturbi rispetto all'adulto e si protrae per più tempo, anche settimane (la tosse può durare anche tre settimane). Nei lattanti l'ostruzione nasale può interferire sulla capacità di succhiare, causando nervosismo e irritabilità.
Poiché esistono numerosi virus del raffreddore, molti bambini, soprattutto se frequentano la scuola materna, possono avere più episodi in un anno. Con l'età scolare, il numero di episodi per anno comincia a diminuire.
La pulizia nasale è importante, a qualsiasi età: lo è ancora di più nel lattante, che non riesce a respirare dalla bocca e contemporaneamente a succhiare.
Le complicazioni di un banale raffreddore sono molto comuni nei bambini durante il primo anno di vita; per questo occorre innanzitutto prevenire il contagio con alcune precauzioni:
-       evitare i contatti con coetanei o adulti che abbiano questa infezione e, in generele, i luoghi affollati come gli asili;
-       lavare frequentemente le mani ed evitare di metterle (o farle mettere) in bocca o nei naso;
-       usare un umidificatore per l'ambiente in modo da evitare ìa secchezza che rende le vie nasali più suscettibili alle infezioni;
-       insegnare al bambino a coprirsi il naso e la bocca quando starnutisce.

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